Qualche giorno fa Nike ha introdotto nei propri negozi di Londra dei manichini plus-size, integrando la nuova pubblicità con foto di modelle oversize.
Vi sono state molte critiche in merito, si è gridato di voler incoraggiare e di accettare l’obesità; qualcuno ha accusato la Nike di volere istigare a essere in sovrappeso.

La mia reazione: finalmente!

Dato che l’argomento m’interessa molto poiché sono una donna obesa, guardando le foto il mio primo pensiero è stato “Finalmente!”, pensando a tutte le volte che vado in un negozio di articoli sportivi per comprare il necessario per le mie camminate quotidiane.

Il pensiero successivo, legato alla mia attività di marketing consultant, è stato che Nike, con questa proposta, ha pianificato una strategia per andare a prendersi quei clienti che non sono considerati come fruitori di articoli sportivi, ha attuato ciò che è ben descritto nel libro “Strategia Oceano Blu, vincere senza competere” di W. Chan Kim e Renée Mauborgne.
Di fatti, la strategia di marketing descritta nel libro si focalizza su nuovi prodotti, su nuovi clienti, su nuovi settori e su curve di valore diverse da quelle della concorrenza.

Perché Oceano Rosso e perché Oceano Blu

L’Oceano Rosso è quello infestato di squali che si fanno a pezzi tra di loro, i concorrenti si sbranano l’un l’altro e sono pronti a fare altrettanto con nuovi competitor.
Usano i mezzi classici della concorrenza, come prezzi competitivi che risicano all’osso i margini di guadagno o costose campagne promozionali.
L’Oceano Blu è il mare nascosto dove gli squali non sono ancora arrivati e dove si può nuotare tranquilli con i nuovi clienti o con i nuovi prodotti e servizi offerti ai vecchi clienti.
Nel libro gli autori suggeriscono quindi di cambiare modus operandi nel mercato: nuove proposte per un target di clienti cui gli altri non hanno pensato.

Nike nell’Oceano Blu

Ritornando a Nike, con questo cambiamento si rivolge a un tipo di pubblico che solitamente si sente escluso dallo sport, dà spazio a ogni tipo di corpo, dando prova del fatto che non esiste uno stereotipo di bellezza universale.
Va quindi a cercare quel tipo di clientela cui i competitor non hanno pensato oppure creduto non “appetibili”. D’altronde, secondo il pensiero collettivo, i “sovrappeso” non fanno sport.

Leggo che già nel 2017 Nike aveva ampliato la propria offerta di taglie e in seguito aveva collaborato con delle fashion blogger curvy.

nike curvy

Personalmente, non vedo la proposta di Nike come un’istigazione a essere obesi, ma un invito a muoversi e fare attività fisica, qualunque sia la taglia.
Nike mette così a proprio agio le persone che si recano in un negozio e trovano finalmente tute e maglie della propria misura, pronte così ad affrontare un cambiamento di stile della propria vita.

Non potendo essere competitiva per i prezzi (Oceano Rosso) con Decathlon, la Nike si è immersa nel grande Oceano Blu, mettendo al centro della sua proposta quel tipo di persona che, nella nostra società, è vista come diversa e lontana anni luce dal concetto stereotipato della bellezza.